Un omaggio a una grande interprete del 900 irriverente e provocatoria. Potentissima Signora della scena italiana, capace di interpretare personaggi diametralmente opposti, è stata giaguara, bimba, orchessa, fossile, pupattola e tragica Marlene. Così era Laura Betti: slanci gioiosi e turbamenti profondi, divisa tra un volto infantile e uno maturo, ugualmente presenti.
Le canzoni, interpretate da Luisa Cottifogli e rielaborate da Camilla Misso, riprendono il repertorio di Giro a vuoto, un varietà colto ideato da Laura Betti per il quale era riuscita a coinvolgere, nell’inedita veste di parolieri, scrittori come Moravia, Arbasino, Fortini, Mauri e lo stesso Pasolini.
Le atmosfere passano dal popolare al jazz, facendo il verso al melodico in una carrellata di femminile italiano: dall’eterna bambina alla divoratrice di uomini, dalla borghese annoiata fino alle dolenti figure popolari pasoliniane.
Francesca Ballico leggerà alcune pagine da Teta Veleta, una stralunata autobiografia deformata da una lente grottesca che non risparmia gli affetti, la cultura, la poesia. E’ una cronaca irriguardosa, dove il comico enfatizza ogni particolare, con tracce di diario infantile, elementi di autoanalisi, deliri onirici, sbeffeggiamenti e provocazioni sfrontate. C’è l’infanzia nella Bologna fascista, la Roma del boom economico e del parnaso letterario, la liberazione sessuale femminista in un delirio priapico e carnascialesco. Ma tra le pieghe parodiche delle canzoni, serpeggia costante l’elemento tragico, il senso irrimediabile di un lutto. Lo testimoniano le pagine composte pochi giorni dopo la morte di Pasolini, che segnano una lacerante, ineluttabile separazione. All’amico poeta, Laura Betti dedicherà gli ultimi anni della vita, raccogliendo materiali e documenti per la creazione del fondo a lui dedicato, curando pubblicazioni e film che ne custodiscano la memoria.